A qualunque imprenditore del settore truck cui rivolgiate la domanda “Cosa manca in questo momento nella tua azienda”, la risposta sarà “personale tecnico qualificato”.

A qualunque imprenditore del settore truck cui rivolgiate la domanda “Cosa manca in questo momento nella tua azienda”, vi sentirete quasi senz’altro rispondere “il personale tecnico qualificato”.
Una richiesta ad ampio raggio che riguarda sia la parte sales, venditori, capi vendita, product manager, marketing expert e altro ancora, sia quella assistenziale, meccatronici, diagnostici, service manager, accettatori, solo per citare alcuni tra i profili più ricercati. Difficile risalire alle responsabilità di questa situazione, ma di certo negli ultimi anni, il sistema scolastico italiano si è trovato impreparato ad offrire la formazione tecnica professionale necessaria a rispondere alle esigenze del mercato del lavoro, nel settore manifatturiero, dell’automotive e del truck, trailer e bus.
Legge Valditara: una svolta per la formazione tecnica o un rischio per il sistema scolastico?
La cosiddetta “Legge Valditara” che introduce il modello 4+2 per gli istituti tecnici,e di cui ci siamo già occupati in Parts Truck-Logistica & Trasporti, n. 1 di gennaio-febbraio 2025 a pag. 26 nell’articolo di Giuseppe Perrotta mira a ridisegnare il percorso formativo per facilitare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro e colmare il divario tra istruzione e industria. Tuttavia, mentre alcuni vedono questa riforma come una soluzione necessaria per la formazione tecnica e l’inserimento dei giovani al lavoro, altri la temono. In questo articolo analizzeremo i punti di forza e le criticità della riforma, con un focus particolare sul settore automotive truck, trailer e bus, dove la carenza di personale tecnico specializzato è diventata una vera emergenza.
Obiettivi e struttura della riforma Valditara della formazione tecnica
La legge Valditara introduce un nuovo percorso formativo articolato in quattro anni di scuola superiore seguiti da due anni negli ITS Academy. L’obiettivo è quello di ridurre il tempo trascorso nelle aule scolastiche per accelerare l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro, garantendo al contempo una formazione tecnica più mirata e in linea con le necessità delle imprese. Il diploma rilasciato al termine del percorso è considerato un titolo terziario non universitario, rientrante nel livello 5 del Quadro Europeo delle Qualifiche (EQF), e punta a creare figure tecnico professionali immediatamente spendibili nel mondo dell’industria e della tecnologia.
I vantaggi della riforma Valditara della formazione tecnica professionale
1. Un ponte tra scuola e impresa attraverso il rafforzamento della collaborazione tra scuole e aziende. Con l’inserimento di stage obbligatori, laboratori e tirocini pratici, i giovani potranno sviluppare competenze direttamente applicabili nel mondo del lavoro.
2. Un modello più vicino agli standard europei, paesi come Germania e Francia hanno già da tempo adottato modelli simili, con risultati positivi in termini di occupazione giovanile. In Germania, il sistema duale facilita l’inserimento nel mondo del lavoro, con tassi di disoccupazione giovanile tra i più bassi d’Europa.
3. Maggiore specializzazione tecnica e risposta alle esigenze del mercato. Il percorso 4+2, con la sua forte componente pratica, mira a formare professionisti e tecnici altamente specializzati in settori strategici come meccatronica, automazione e ingegneria dei veicoli.
4. Un’opportunità per l’automotive e il settore truck, trailer e bus attraverso la formazione di tecnici qualificati che risponderebbe in tempi rapidi alla crescente domanda di esperti in elettronica, software e manutenzione avanzata.
Le criticità della legge Valditara sulla formazione tecnica professionale
1. Rischio di impoverimento culturale, susseguente alla riduzione della formazione culturale generale. Eliminare il quinto anno potrebbe privare gli studenti di conoscenze fondamentali.
2. Un sistema scolastico a due velocità
Alcuni esperti sostengono che la riforma possa creare una netta separazione tra chi segue il percorso tecnico-professionale e chi invece opta per l’università, penalizzando gli studenti degli ITS rispetto ai laureati in termini di carriera e retribuzione.
3. Disparità territoriali, mentre le regioni del Nord dispongono di un tessuto industriale forte e consolidato, il Sud Italia potrebbe trovarsi in difficoltà nel garantire un’adeguata rete di ITS e collaborazioni con aziende, con il rischio di amplificare il divario tra le diverse aree del Paese.
4. Problematiche organizzative per le scuole, le istituzioni scolastiche dovranno riorganizzare piani di studio, risorse e personale docente per adeguarsi alla nuova struttura.
Legge Valditara sulla formazione tecnica professionale: possibili soluzioni e prospettive future
Per far sì che la legge Valditara sulla formazione tecnica professionale abbia un impatto positivo e duraturo, sarà necessario accompagnarla con una serie di misure complementari:
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Maggiore investimento nelle infrastrutture: laboratori moderni, attrezzature avanzate e aggiornamento continuo dei docenti sono essenziali per garantire una formazione tecnica di qualità.
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Incentivi alle aziende: per favorire stage e tirocini formativi, sarebbe utile introdurre agevolazioni fiscali o contributi per le imprese che partecipano attivamente alla formazione degli studenti.
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Monitoraggio e valutazione: fondamentale monitorare i tassi di occupazione dei diplomati e la qualità del percorso formativo per comprendere l’efficacia della riforma Valditara sula formazione tecnica.
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Ampliamento delle opportunità di crescita: garantire che il titolo rilasciato sia riconosciuto anche a livello internazionale e agevolare chi volesse proseguire con studi universitari.

a cura di Francesco Oriolo
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