«I decisori italiani e comunitari devono ascoltare le chiare raccomandazioni dell’associazione dei concessionari europei (AECDR) per un approccio ‘ambizioso ma realistico’ alla transizione verso…
«I decisori italiani e comunitari devono ascoltare le chiare raccomandazioni dell’associazione dei concessionari europei (AECDR) per un approccio ‘ambizioso ma realistico’ alla transizione verso una mobilità a impatto climatico zero: non farlo sarebbe un errore». Lo ha dichiarato Massimo Artusi, vicepresidente di Federauto, con delega ai Trucks&Van, alla vigilia delle decisioni del Parlamento europeo sui nuovi standard di CO2 per i veicoli per il 2025, il 2030 e il 2035.
«Questo tipo di approccio», ha sottolineato Artusi, «è ancor più valido per i veicoli commerciali pesanti, per i quali le soluzioni tecnologiche a impatto zero sono obiettivamente più lontane. I concessionari di veicoli commerciali e industriali – quelli italiani così come quelli europei – consapevoli del loro insostituibile ruolo di intermediazione e di assistenza tra decisori, produttori e utilizzatori finali (consumatori, ma soprattutto imprese), sono pronti a investire per sostenere con i propri clienti gli obiettivi della decarbonizzazione, ma hanno bisogno che tale ruolo sia riconosciuto con un’azione adeguata e coordinata, basata sulle tre raccomandazioni chiave suggerite dall’AECDR per il pacchetto ‘Fit for 55’ che riguardano infrastrutture, incentivi, tecnologie».
«Per i veicoli commerciali ciò vuol dire che è essenziale che ogni Stato membro decida rapidamente i requisiti per la capacità di ricarica ad alta potenza (oltre i 150 kilowatt/ora); che un sistema coerente di incentivi tenga conto del disallineamento che rischia di crearsi in assenza di una solida domanda di veicoli elettrici a batteria, pericolo che aumenta con il crescere delle portate; che non vengano trascurate, proprio in questa prospettiva, quelle tecnologie che proponendo biocarburanti di fonte 100% rinnovabile (idrogeno, biometano, sia compresso che liquefatto, e-fuel), possano accompagnare la decarbonizzazione – accelerandone addirittura gli effetti positivi – in attesa della praticabilità delle alimentazioni a impatto zero (che siano batterie o la tecnologia che prevarrà) anche sui veicoli più pesanti adottando un metodo di misurazione più realistico che consideri le effettive emissioni dei prodotti energetici e dei veicoli tenendo conto del loro intero ciclo di vita».
«Questo», ha concluso Artusi, «vuol dire coniugare ambizione e realismo, questo raccomandano i concessionari italiani ed europei, questa ci si attende che sia la strada che i legislatori avranno il coraggio di intraprendere e per la quale ci aspettiamo il massimo impegno da parte dei nostri politici».
a cura di Redazione
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