C’ERAVAMO TANTO A(R)MATI

FIAP abbandona definitivamente Conftrasporto. Alessandro Peron: “Basta con la logica delle poltrone e dell’assistenzialismo, al traporto italiano servono campioni della logista”

di Francesco Oriolo

Cronaca di una separazione annunciata. Si potrebbe sintetizzare così il percorso che ha portato la FIAP a tagliare i ponti con Contrasporto, annuncio preceduto da un comunicato ufficiale diffuso pochi giorni fa e approfondito ieri nel corso di un incontro online con gli organi di stampa, a cui hanno partecipato Alessandro Peron, segretario generale di FIAP, e i due vicepresidenti, Sonia Primiceri e Gennaro Romano. La storia è nota: l’associazione guidata da Peron nei mesi scorsi ha presentato ricorso al TAR contro la riforma con cui viene limitata la presenza delle associazioni di categoria all’interno dell’Albo dell’autotrasporto, in nome di una maggiore forza della rappresentatività e ora FIAP, dopo un’attenta valutazione, ha deciso formalizzare l’abbandono di Conftrasporto che a suo tempo si era detta favorevole alle nuove norme.

Sostiene Peron

Circa il distacco, questa è la versione di Alessandro Peron: “L’anno scorso Conftrasporto ha inviato alla Commissione trasporti, in fase di approvazione della nuova legge sulla rappresentanza nell’Albo, un documento in cui si forniva un giudizio positivo delle norme di riforma e FIAP ha chiesto giustificazione di questo documento, ottenendo come risposta che in Confcommercio piaceva così. Di conseguenza, dopo aver ben ponderato il da farsi, abbiamo deciso di salvaguardare la nostra autonomia piuttosto che far parte di un grande condominio in cui c’è qualcuno dall’alto che detta le regole di convivenza”. Il segretario generale di FIAP ha inoltre chiarito che la questione della rappresentanza non è l’unica ragione dell’abbandono, in gioco infatti c’è anche il futuro e l’evoluzione del comporto dei trasporti: “Serve una narrazione nuova del mondo dell’autotrasporto e del trasporto in generale, guardando alla realtà dei fatti. – ha spiegato Peron – Oggi in Italia su 80.000 aziende iscritte all’Albo, soltanto 2000 hanno più di 25 addetti, si tratta di aziende che ormai non fanno più soltanto autotrasporto, sono dei veri e propri logistici che fanno trasporto integrando dove necessario le varie modalità, treno, gomma, mare, aereo. Queste aziende devono essere seguite e aiutate nel loro percorso di crescita, anche attraverso robuste iniezioni di managerialità”. L’obiettivo di FIAP, nelle intenzioni del suo segretario generale, è quello di “aiutarle a crescere per diventare campioni della logistica, in modo che possano competere sul mercato internazionale e funzionare come aggregatori del settore per le restanti 78.000 di dimensioni minori ma che possono avere ancora una funzione importante”.

Operare in modo nuovo

“Non rinneghiamo il nostro passato e non sconfessiamo nulla di quello che abbiamo fatto, ma è giunta l’ora di cambiare modo di operare, uscendo una volta per tutte dalla logica delle poltrone – ha commentato Peron – non si può più interpretare la rappresentanza come l’esclusiva ricerca di finanziamenti a pioggia, non si può più lavorare soltanto per ottenere rimborsi autostradali o incentivi da distribuire alle imprese, occorre partire dall’ascolto della base e dei territori e passare dalla mentalità artigiana a quella manageriale”. Un viatico fatto anche di formazione e di consulenze che privilegia per la categoria le “alleanze trasversali necessarie per conservare forza”. E in proposito Peron ricorda che FIAP continua far parte di Unatras, ma sempre e solo su progetti concreti. Per FIAP il tempo delle parole è terminato anche nell’approccio alla politica: “Dobbiamo sedere ai tavoli politici e istituzionali non più come ospiti cortesemente inviati, ma come protagonisti di una filiera che vale il 10% del Pil italiano”. Insomma, il dado è tratto.