Il mercato di rimorchi e semirimorchi non mostra alcun segnale di miglioramento. A un mese dalla chiusura dell’anno, continua infatti la “caduta libera” delle…
Il mercato di rimorchi e semirimorchi non mostra alcun segnale di miglioramento. A un mese dalla chiusura dell’anno, continua infatti la “caduta libera” delle immatricolazioni. A novembre sono stati immatricolati appena 1.154 mezzi rimorchiati, con una perdita di oltre 280 unità rispetto allo stesso mese del 2023. Tale flessione, pari al 19,7%, è la decima su undici mesi nell’anno in corso e porta il totale delle immatricolazioni da gennaio a novembre a 12.544 veicoli, rispetto ai 14.702 dello stesso periodo dell’anno precedente, con una perdita complessiva di 2.158 unità.
Michele Mastagni, Coordinatore del Gruppo Rimorchi, Semirimorchi e Allestimenti di UNRAE, descrive così la difficile situazione del comparto: “I dati di mercato evidenziano una tendenza negativa che appare ormai inarrestabile senza interventi tempestivi ed efficaci da parte del Governo. In questo scenario, il tasso di rinnovo del parco veicolare cala drasticamente, facendo prevedere un ulteriore aumento dell’età media dei veicoli, oggi pari a 17,3 anni, con inevitabili ripercussioni sui livelli di sicurezza stradale”.
“Le soluzioni proposte da UNRAE per risanare le criticità del comparto sono ben note da tempo. È fondamentale istituire un Fondo pluriennale per il rinnovo del parco circolante, dotato di risorse pari almeno a 70 milioni di euro fino al 2028. Inoltre, non è più rinviabile l’adozione di misure disincentivanti per i veicoli vetusti, basate sul principio «chi più inquina più paga». Tali interventi potrebbero includere differenziazioni nelle tariffe autostradali, nei contributi per le accise, nelle tasse di possesso, oltre a divieti di circolazione e limitazioni al carico”, continua Mastagni.
Per rilanciare il mercato e favorire l’innovazione tecnologica, UNRAE ribadisce anche l’urgenza di sanare la lacuna normativa che impedisce in Italia la circolazione dei c.d. Eurotrailer, autoarticolati fino a 18,75 m. Sebbene la modifica al Codice della Strada che ne autorizza la lunghezza sia in vigore da oltre tre anni, il mancato aggiornamento del Regolamento di esecuzione continua a rappresentare un ostacolo.
“L’autorizzazione alla circolazione di questi veicoli, già adottata con successo in diversi Paesi europei, porterebbe benefici significativi, tra cui: riduzione delle emissioni, inferiore congestione stradale, migliore distribuzione dei carichi e maggiore competitività per le imprese. Confidiamo, quindi, in un intervento rapido e risolutivo che allinei la normativa secondaria alla legislazione vigente, favorendo così l’adeguamento dell’Italia agli standard già adottati in ambito europeo”, conclude Mastagni.
a cura di Redazione
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