Con davanti un quadro piuttosto completo delle misure predisposte dal Governo per fronteggiare l’emergenza economica provocata dalla pandemia di coronavirus, il presidente di Piccola…
Con davanti un quadro piuttosto completo delle misure predisposte dal Governo per fronteggiare l’emergenza economica provocata dalla pandemia di coronavirus, il presidente di Piccola Industria Confindustria, Carlo Robiglio, in quest’intervista a Parts, dà atto all’Esecutivo di aver raggiunto “un risultato importante in termini di risorse e strumenti mobilitati”. Il presidente sollecita però il Governo a fare presto, a rendere immediatamente disponibili alle piccole e medie imprese risorse e strumenti: “La tempestività è fondamentale”, insiste. A partire dalla liquidità, per consentire alle Pmi di resistere e tornare a correre. Importante è anche il rinvio dell’entrata in vigore del Codice della Crisi e dell’Insolvenza al primo settembre 2021.
Robiglio annuncia, infine, che Piccola Industria sta già lavorando al dopo emergenza con il dossier “Riparti Italia” che sarà pronto tra qualche settimana e punta su due filoni prioritari: far crescere le imprese, favorendo aggregazioni e una maggiore patrimonializzazione delle Pmi, ridurre drasticamente il cuneo fiscale e aumentare le competenze, incentivando l’ingresso di manager in tutte le funzioni.
Come valutate le misure messe in campo dal Governo per supportare le piccole e medie imprese nel far fronte all’emergenza Coronavirus?
La prima, fondamentale questione è sicuramente la salute dei lavoratori e di tutti i cittadini, ma non si deve sottovalutare l’emergenza economica per la tenuta del tessuto produttivo, cruciale per tutte le aziende, di piccole, medie o grandi dimensioni. Le imprese, con chi vi lavora, sono il patrimonio vero dell’Italia. Diamo atto al Governo e ai ministri dell’Economia, Roberto Gualtieri, e dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, di aver conseguito un risultato importante sotto il profilo delle risorse e degli strumenti mobilitati a favore del sistema produttivo. Ora è necessario che queste risorse arrivino presto alle imprese, che devono tornare in fretta a correre. La posta in gioco è troppo alta, molte Pmi rischiano di non riaprire dopo l’emergenza. Per questo è fondamentale il patto tra Governo, banche ed imprese che ha cominciato a delinearsi del Decreto legge liquidità. Importante è poi il rinvio di un anno, al primo settembre 2021, dell’entrata in vigore del Codice della Crisi e dell’Insolvenza. Una sua entrata in vigore durante l’estate, come era inizialmente previsto, avrebbe messo a rischio migliaia di piccole e medie imprese.
I fondi stanziati fino ad oggi dal Governo sono sufficienti?
Il punto non sono le risorse, che dipenderanno dalla durata di questa emergenza sanitaria ed economica, ma la possibilità reale che esse arrivino davvero e tempestivamente al mondo dell’economia. È sicuramente urgente mettere a punto meccanismi forti e tempestivi di sostegno alle imprese basati su garanzie che assicurino un forte effetto moltiplicatore e generino un impatto sul bilancio dello Stato diluito nel tempo.
Quali sono i tempi di attuazione che Confindustria sta sollecitando, perché le Pmi non sono in grado di resistere a lungo?
Le risposte all’emergenza economica devono essere rapide. Le imprese devono poter ricominciare a lavorare, chiaramente tutelando e salvaguardando la salute dei lavoratori. A questo fine Piccola Industria ha sottoscritto un accordo con il Commissario straordinario Domenico Arcuri per facilitare gli approvvigionamenti di mascherine per il sistema industriale e anche per il sistema sanitario nazionale. Il 20% della merce ordinata attraverso l’accordo sarà, infatti, donata al Commissario straordinario. Abbiamo già messo a disposizione delle aziende associate 2 milioni di mascherine. È però anche il momento di iniziare a pensare al dopo emergenza, la Piccola Industria sta lavorando ad un dossier “Riparti Italia” che sarà pronto tra qualche settimana e che punta ad individuare le misure necessarie per rafforzare la ripresa. Sarà focalizzato su due aspetti prioritari: far crescere le imprese, favorendo aggregazioni e una maggiore patrimonializzazione delle Pmi, ridurre drasticamente il cuneo fiscale e aumentare le competenze, incentivando l’ingresso di manager in tutte le funzioni, dalla finanza all’export al commerciale.
Più nello specifico, come valutate gli interventi a sostegno delle liquidità previsti?
La valutazione delle misure inserite nel decreto è nel complesso positiva. Si tratta, infatti, di interventi di garanzia che seguono il disegno proposto da Confindustria sin dall’inizio dell’emergenza, prevedendo coperture elevate per imprese di tutte le dimensioni: dalle più piccole fino alle più grandi.
Il potenziamento del Fondo di Garanzia per le Pmi vi soddisfa?
Sono state accolte le nostre principali richieste. L’importo massimo garantito è stato elevato a 5 milioni; sono state significativamente alzate tutte e percentuali di copertura. Sono state poi previste garanzie per le imprese che, in data successiva al 31 dicembre 2019, sono state ammesse alla procedura del concordato con continuità aziendale, hanno stipulato accordi di ristrutturazione o hanno presentato un piano di risanamento. In particolare, sono state previste coperture per le Pmi al 100%, ma solo per finanziamenti fino a 25mila euro. Si dovrà ora accertare con quali tempi le nuove misure, saranno rese operative.
Gli interventi sui versamenti e adempimenti fiscali e contributivi sono sufficienti?
Positiva l’ulteriore sospensione dei versamenti tributari e contributivi. Sono stati affrontati alcuni tra i temi più urgenti ma mancano le misure volte ad accelerare l’utilizzo o il recupero dei crediti di imposta, o di quelle necessarie a garantire ai dipendenti la disponibilità piena di premi o sussidi eccezionalmente erogati, ovvero ancora di misure di semplificazione che alleggeriscano l’operatività delle imprese da compiti e oneri insostenibili, specie in questa fase.
Quali procedure avete proposto per l’erogazione della cassa integrazione?
Avevamo chiesto al Governo di semplificare al massimo le procedure per l’accesso alla cassa integrazione e che il pagamento delle integrazioni salariali ai lavoratori fosse diretto da parte dell’Inps. In tal senso è cruciale la convezione Abi-Inps sottoscritta nei giorni scorsi che consente agli istituti di credito di anticipare la cassa integrazione ai lavoratori. In questo modo le imprese sono sollevate da un onere che avrebbe acuito ancora di più la già grave crisi di liquidità in atto.
a cura di Redazione
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